Rione Monti, primo itinerario

Il nostro primo itinerario per conoscere Roma parte dal Rione Monti, chiamato così perché un tempo comprendeva il colle Esquilino, il Viminale, parte del Quirinale e del Celio.

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Cominciamo la nostra passeggiata davanti alla Porta Asinaria, che si affaccia su Piazza San Giovanni in Laterano. Questa zona ha sicuramente preso il nome dalla gens dei Laterani, una famiglia patrizia che qui aveva le sue case.

La Porta Asinaria prende il nome da un’antica via romana, che partiva proprio da qui. Anticamente era una delle tante porte minori delle mura aureliane, ma l’imperatore Onorio la fece fortificare. In seguito furono aggiunte le torri cilindriche, che fanno di questa porta una vera e propria fortezza. Accanto alla porta Asinaria scorrono, a destra e a sinistra, le mura aureliane. Passiamo attraverso Porta San Giovanni, grande arco realizzato da Gregorio XIII, inaugurata nel 1574, che decretò la fine dell’utilizzo della Porta Asinaria, ormai in disuso per l’innalzamento del livello stradale.

Entriamo nella Piazza del Laterano: su questa piazza ci sono tre monumenti che non appartengono al rione Monti: il triclinio Leoniano, la Scala Santa, il monumento a San Francesco d’Assisi,  siti che vedremo dunque in un altro itinerario. Su questa stupenda piazza si erge la Basilica di San Giovanni in Laterano: è la cattedrale di Roma, voluta da Costantino, edificata tra il 313 e il 318, con una stupenda facciata, coronata da 15 statue, opera di Alessandro Galilei. L’interno è a cinque navate, e un tabernacolo ogivale accoglie le reliquie delle teste di  San Pietro e Paolo.  Il chiostro  della Basilica è opera del Vassalletto, e lungo le pareti si possono ammirare resti e sculture  dell’antica basilica. L’edificio che si trova a fianco della Basilica è Palazzo del Laterano, cinquecentesco, edificato da Domenico Fontana, l’architetto preferito da Papa Sisto V, sulle rovine dell’antico Patriarchìo, antica sede papale. L’edificio   gode della extra-territorialità e qui ha la sede ufficiale il cardinale vicario del Papa per Roma.

Costeggiando il palazzo del Laterano, e girando a sinistra, ci troviamo, sempre sulla sinistra, la Loggia delle Benedizioni, realizzata nel 1586 dal Fontana, con i suoi caratteristici campanili gemelli. Alla sinistra della Loggia troviamo il famoso Battistero Lateranense di San Giovanni in Fonte. L’edificio fu voluto da Costantino ed ampliato da Sisto III. L’interno è ottagonale, con al centro un recinto formato da due ordini di colonne, che sorreggono la cupola, racchiudenti l’urna per battesimi a immersione. Il Battistero fu edificato sopra una villa romana e delle antiche terme.

Al centro della piazza svetta l’Obelisco Lateranense, il più alto (31 m) ed antico esistente a Roma. Anticamente posto davanti al tempio di Ammon a Tebe, fu poi collocato nel Circo Massimo, da dove fu preso, per ordine di Sisto V, e collocato nella piazza del Laterano. A fianco del Battistero si procede per via dell’Ambaradam, che prende il nome dalla battaglia vittoriosa che gli italiani conseguirono sulle truppe etiopiche del 1936: al numero 4 della via si trovano i resti dell’area archeologica del Laterano, con un ninfeo sicuramente collegato alle terme.

L’edificio di fronte all’Obelisco e al Battistero, attraversando la strada, è il Palazzo Ospedale San Salvatore, costruito da Giacomo Mola dal  1630 al 1636. E’ chiamato del Salvatore perché tenuto dalla compagnia dei raccomandati del Salvatore, immagine acherotipa che veniva portata solennemente in una processione poi soppressa da Pio V. Alla destra dell’ospedale del Salvatore, quasi all’angolo con Via Merulana, si trova l’Ospedale delle donne, eretto sui resti di un antico ospizio. Con l’obelisco alle spalle, sulla destra dell’Ospedale del Salvatore, si trova via di Santo Stefano Rotondo. Percorrendo questa strada, sulla sinistra, troviamo la  Chiesa dei Santi Andrea e Bartolomeo. La primitiva chiesa fu costruita sulla casa paterna di papa Onorio I (morto nel 638), assieme al monastero e più volte rimaneggiata infine trasformata nelle forme settecentesche nel 1728, epoca in cui venne terminata la facciata, che include il portale quattrocentesco. Proseguendo per Via di Santo Stefano Rotondo,  in una piacevole passeggiata di circa dieci minuti, mentre ammiriamo i resti dell’Acquedotto neroniano, dopo  600 metri ci troviamo, sulla sinistra, l’imponente Basilica di Santo Stefano Rotondo, sul colle Celio.  I resti che vediamo dell’acquedotto finiscono per costituire parte del muro di cinta di questa chiesa.  Si tratta del più antico tempio di Roma a pianta circolare, voluto da papa Semplicio (468-483). La Chiesa si trova nei pressi di un antico mitreo, i cui adepti del culto misterico erano i soldati che si trovavano nei vicini castra peregrina. L’interno della chiesa conserva 34 delle colonne originali, ed una cattedra episcopale che si ritiene di papa S. Gregorio Magno. Molto interessanti i mosaici del VII secolo. Al centro della chiesa vi è un recinto di marmo internamente ornato da affreschi con storie di Santo Stefano. All’uscita della chiesa, a sinistra, ci troviamo in via della Navicella, e qui si staglia uno dei piloni dell’acquedotto , quindi la fontana della Navicella, con al centro la piccola nave marmorea e dietro la chiesa di S. Maria in Domnica, che appartiene al Rione Celio. Proseguendo e girando a sinistra ci si trova su via di Sant’Erasmo, che prende il nome di un antico oratorio dedicati ai Ss. Erasmo e Abbaciro, a cui era annesso un ospizio per pellegrini. Da via di Sant’Erasmo, si gira a destra per via dei Valeri, così chiamata in ricordo della gens Valeria, che abitava in questa zona, e ci si trova su via dell’Ambaradam. Si attraversa via dell’Ambaradam, si gira a destra costeggiando il Giardino Umberto Improta (funzionario di polizia italiano) si passa, a sinistra, per via della Ferratella in Laterano, che prende il nome da una piccola inferriata attraverso cui poter guardare dentro l’ospedale di San Giovanni. Qualche studioso ipotizza invece che il nome potrebbe derivare dal fatto che l’intera piccola vallata era detta dai romani Ferentina. Anticamente si trovava qui il Lucus Martis, cioè il bosco dove avveniva l’epifania del dio Marte e durante il medioevo si costruì una chiesetta ormai scomparsa, detta di S Gregorio in Martio in cui si dice che si conservasse il letto dove riposava il papa San Gregorio. La zona è di grande interesse archeologico, e tra le rovine degne di nota segnaliamo i resti di una casa romana detta di Seneca. Sulla destra della via corre un tratto delle mura aureliane: alla fine della via si gira a sinistra, per via dei Laterani, e percorrendo la via, girando a destra ci si ritrova in via dell’Amba Aradam, all’inizio dell’itinerario, in piazza san Giovanni in Laterano: qui possiamo infine ammirare il Pontificio Seminario Romano Maggiore, e la sede della Pontificia Università Lateranense.

Rione Monti, Primo itinerario

Pubblicato da Anna

Da sempre impegnata nella pastorale, catechista, mamma e studiosa di teologia spirituale e di cultura cattolica, la Vergine Maria mi ha insegnato ad amare il silenzio, la preghiera, ed a conoscere meglio suo Figlio Gesù. Consacrandomi a Lei, mi sono incamminata sulla strada che porta al suo Cuore Immacolato: nella fede cattolica, la ferma certezza che le porte degli Inferi non prevarranno contro la Santa Chiesa.