Gli eroi del deserto: la nascita del monachesimo

Hai presente quando Gesù ha detto….va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi».? (Matteo 19, 21)

Beh, vi sono state persone, nella storia della Chiesa, che hanno preso alla lettera questo consiglio evangelico che Gesù diede al giovane ricco. A partire dal 3 secolo, infatti, vi furono persone che si allontanarono dal loro ambiente, per andare a vivere in luoghi deserti e lontani: li conosciamo sotto vari nomi. Sai cosa significa monaco?  I termini monaco (il cui significato etimologico è “solo”, dal greco monos, uno),  anacoreta (dal greco, “che parte per un altro luogo”) , eremita, (da eremo, solitario, deserto)    indicano persone che hanno scelto di vivere distaccati dal mondo, dai piaceri, dal lusso, o dalle preoccupazioni quotidiane, per dedicarsi alla meditazione, digiuno, preghiera. 

Sai dov’è nato Il monachesimo? In Egitto! Esatto, proprio la terra dei Faraoni, delle mummie, delle Piramidi! Il monachesimo è nato  in una zona che si chiama Tebaide, una regione dell’Antico Egitto, che divenne proprio  un centro molto fiorente dell’anacoretismo, favorito sicuramente dal clima, e dall’ambiente desertico.   Ricordiamo però che questi anacoreti, non avevano una regola, nè vivevano in comune, ma si appartarono a vivere  in grotte o antri, da soli. Non pensiamo dunque ai monaci  che vivono in comunità, così come li conosciamo oggi!. Deserto, grotta, solitudine…. Una vita non facile!

Vogliamo conoscere i primi monaci?? Eccoli qua!

San Paolo di Tebe, morto nel 335 circa: San Girolamo ci narra che Paolo  giovane colto, ricco, e cristiano, dovette fuggire nel deserto, perché denunciato dai suoi stessi familiari, desiderosi di appropriarsi del suo patrimonio!

Ma il più famoso, festeggiato in tutto il mondo è Sant’Antonio, la cui ricorrenza cade il 17 gennaio, celebrato con fiaccolate e cavalcate in suo onore! Antonio nasce presso Menfi nel 251, orfano prima dei vent’anni, prende alla lettera le parole di Gesù, vende tutto, conserva parte del patrimonio per la sorella, e va a vivere nella Tebaide. La sua fama di santità si sparge, ed addio solitudine! Molti eremiti si raccoglieranno attorno a lui, ed egli li guiderà come abate, ma senza regole scritte. Dona loro consigli, a seconda delle varie esigenze. Conosciamo la sua vita, la sua famosa lotta contro le tentazioni grazie a Sant’Atanasio, patriarca di Alessandria.

Dobbiamo però far conoscenza con un altro famoso egiziano, fondamentale per lo sviluppo del monachesimo: Pacomio. San Pacomio, (monaco nel 314) inaugura il cenobitismo. Parola difficile, sembra, ma è bene impararla. Cenobitismo, la vita in comune del cenobita, un monaco, che vive insieme ad altri monaci. Con Pacomio infatti, si comincia la vita in comune. Pensate, verso il 320, fonda a Tabennisi (o Tabenna) sul Nilo, sempre nella Tebaide dunque,   (Chenoboskion, vicino alla moderna città di Nag Hammadi)  un chiostro, ovvero un’abitazione  con celle per i monaci, che erano ormai numerosi, recinta da un muro. San Pacomio diede loro una regola, ed  un capo spirituale, chiamato abate, che aveva appunto il carisma di guidare la comunità.  Non più dunque una vita eremitica senza regole, (il che poteva comportare pericoli ed eccessi, colpi di testa ed esagerazioni!) ma una comunità  strutturata, sempre dedita alla preghiera, che poteva però rispondere meglio alle esigenze religiose e sociali, le Basi di uno dei più grandi contributi della Chiesa alla cultura e alla spiritualità.

Bene, abbiamo visto che i primi monaci, ed i più famosi, furono tutti egiziani! Ma come fu possibile che dall’Egitto, il monachesimo si diffuse in tutto il Mondo? Lo scopriremo pian piano….

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Pubblicato da Anna

Da sempre impegnata nella pastorale, catechista, mamma e studiosa di teologia spirituale e di cultura cattolica, la Vergine Maria mi ha insegnato ad amare il silenzio, la preghiera, ed a conoscere meglio suo Figlio Gesù. Consacrandomi a Lei, mi sono incamminata sulla strada che porta al suo Cuore Immacolato: nella fede cattolica, la ferma certezza che le porte degli Inferi non prevarranno contro la Santa Chiesa.