IL SANTO DELL’IMMACOLATA

Il 14 agosto la chiesa venera San Massimiliano Kolbe. Rajmund nasce in Polonia l’8 gennaio 1894 da una salda famiglia cattolica di condizione economica modesta, sotto il dominio russo. Ebbe una forte esperienza mistica: gli apparve la Madonna, tenendo nelle mani due corone, una bianca e l’altra rossa, significanti la purezza ed il martirio: la Vergine gli chiese se avesse voluto quelle due corone, e Rajmund disse di sì. Dopo gli studi presso i francescani a Leopoli,  dove prende il nome di Massimiliano, dal 1912 al 1919 risiede a Roma e diviene sacerdote nel 1918. Partendo dall’ideale di “rinnovare ogni cosa in Cristo attraverso l’Immacolata“, fonda nel 1917 la Milizia dell’Immacolata. Torna in Polonia e nonostante le degenze in sanatorio dovute a problemi di salute, fonda anche la rivista Il Cavaliere dell’Immacolata. Nel 1927 costruisce dal nulla un convento città a quaranta chilometri da Varsavia: la Città dell’Immacolata. Si hanno molte conversioni, vocazioni religiose e sacerdotali. Quando nel 1939 la Polonia viene invasa dai tedeschi, nel convento sono accolti più di duemila tra ebrei e perseguitati di ogni popolo e religione. Nel settembre del 1939 i nazisti deportano i pochi religiosi rimasti nel campo di concentramento di Amtizt, in Germania, ma dopo due mesi sono inaspettatamente rimessi in libertà. Padre Kolbe nel febbraio 1941 viene di nnuovo arrestato e condotto però ad Auschwitz. Essendo prete, viene messo insieme agli ebrei a fare i lavori più umilianti, tra i quali trasportare i cadaveri al crematorio, compito che svolgeva come atto sacro. Condivide la sua scarsa razione con i compagni; per essi diviene una presenza fondamentale: insegna a pregare, a perdonare, fortifica nella fede , infondendo speranza cristiana. Un prigioniero del suo blocco riesce a fuggire, ed i nazisti decidono che per questo fatto dieci siano condannati a morire di fame in un bunker. Uno dei condannati si mette ad urlare dicendo che ha moglie e figli. Padre Kolbe si offre di prendere il suo posto e lo scambio viene accettato. Nel bunker privo di luce, i dieci vengono gettati nudi. Padre Massimiliano si prende cura di loro e dopo due settimane solo quattro prigionieri sono ancora vivi, tra cui lui. Il 14 agosto del 1941 sono uccisi mediante iniezione endovenosa di acido muriatico. Mentre porge il braccio per l’iniezione, Massimiliano pronuncia le sue ultime parole: “Ave Maria!” Alla cerimonia di canonizzazione, il 10 ottobre 1982, è presente in piazza San Pietro l’uomo per cui San Massimiliano è andato incontro al martirio.

liberamente tratto da Sulla tua parola, ed. 2019

Pubblicato da Anna

Da sempre impegnata nella pastorale, catechista, mamma e studiosa di teologia spirituale e di cultura cattolica, la Vergine Maria mi ha insegnato ad amare il silenzio, la preghiera, ed a conoscere meglio suo Figlio Gesù. Consacrandomi a Lei, mi sono incamminata sulla strada che porta al suo Cuore Immacolato: nella fede cattolica, la ferma certezza che le porte degli Inferi non prevarranno contro la Santa Chiesa.