Proposte per catechesi agli adulti, in preparazione del Battesimo, e della Cresima
Vogliamo iniziare questo primo incontro con un bellissimo canto di invocazione allo Spirito Santo, la terza persona della Santissima Trinità, affinché scenda nella nostra vita, nella nostra mente, nel nostro cuore, per donarci quell’Amore che salva, che apre tutta la nostra esistenza alla luce di Dio. Il canto si chiama Ruah, bellissima parola ebraica che significa vento, respiro, soffio…
Ruah, Ruah, non per potenza e per forza, ma per lo Spirito di Dio…
Se dovessi scegliere tre oggetti e 3 verbi che ti rappresentano, che parlano di te, della tua essenza, quali sceglieresti? Non è facile conoscerci, a volte, né farci conoscere, ma un percorso di catechesi è un cammino meraviglioso, per conoscere Dio, ed entrare, con tutti i nostri limiti, nella sua essenza meravigliosa, Amore. Se dovessimo scegliere oggetti e verbi, che ci parlano di Dio, sarebbe difficile forse elencare ciò che potrebbe rappresentarlo, ed oggi vogliamo allora sceglierne uno in partciolare: un libro.
Avrai già capito che stiamo parlando del libro più famoso del mondo, la Bibbia. Ora dimentichiamo un attimo quel che sappiamo e non sappiamo, dimentichiamo perfino la parola libro, e concentriamoci sulla parola lettera. Sì, perché la Bibbia, è una lunga lettera d’amore, dedicata all’uomo, che ha un inizio, bellissimo, ed una fine, ancora più bella. La Bibbia non è un manuale del galateo, o del buon comportamento, o una serie di storie di esseri perfettini, che dall’alto della loro sapienza insegnano a fare i bravi. In questa lunga lettera, ci trovi Dio ed il suo amore immenso per l’uomo: questa creatura con i suoi difetti, i suoi sbagli, i suoi tradimenti, le sue paure, i suoi orrori, i suoi angoli oscuri, è stata, è e sarà sempre amata, cercata, voluta da Dio, infinitamente, senza condizioni. Per questo amo la Bibbia: perché mi ricorda che Dio non ci ama perché siamo belli e buoni, ma ci fa belli e buoni, perché ci ama, così come io cerco di crescere nel migliore dei modi i miei figli, perché li amo. La parola Bibbia viene dal greco, biblìa, è significa libri, proprio perché è formata da libri, scritti da autori diversi, in epoche diverse, in stili diversi, ma accomunati da una meravigliosa ispirazione: quella dello Spirito Santo, che apre il cuore agli uomini, e comunica il piano di salvezza di Dio, nella maniera più comprensibile ai popoli, utilizzando parole diverse, ma tutte con il medesimo scopo, farsi conoscere ed amare.
La Bibbia è divisa in due parti, l’Antico e il Nuovo Testamento. Per Testamento intendiamo Alleanza, Patto, la parola più corretta in italiano che traduce il termine originale ebraico, Berit. Nell’Antico Testamento troviamo la storia della Rivelazione di Dio al popolo di Israele, scelto perché fosse il popolo da cui sarebbe nato Gesù, mentre nel Nuovo Testamento troviamo il compimento della Rivelazione, la nascita di Gesù, la sua vita, i suoi insegnamenti, e la nascita della comunità cristiana, nata dal Risorto, comunità che continua ininterrottamente fino a noi. I libri della Bibbia sono 73, l’Antico Testamento è costituito da 46 libri, il Nuovo Testamento da 27 libri: ogni libro è diviso in capitoli e versetti, ed è indicato da sigle, che impareremo man mano a riconoscere. L’importante è che tu sappia che è una divisione pratica ed esteriore, perché è sempre Dio che parla: pensa alla tua mamma, ed al linguaggio che usava con te quando eri piccola…
La ricchezza di religioni che è nel mondo sta proprio a testimoniare il desiderio di Dio che i popoli hanno sempre avuto: libri, simboli, arte, dimostrano come da sempre l’umanità si è messa alla ricerca di Dio. L’uomo ha sete di Dio e Lui si è manifestato e fatto conoscere personalmente, attraverso la Sua Parola, incarnandosi poi in Gesù. Gesù è la Parola di Dio, fatta carne, fonte di Acqua Viva. Gesù, venuto per servirci, Gesù venuto a lavarci i piedi, Gesù, morto per Amore, amando e perdonando. Dio che ci chiama amici, figli, fratelli: non è una rivoluzione?
Oggi conosciamo, per chi non la conosce, la storia di una donna che ha sete. Ed il bello, ma questo è tipico di Gesù, è che Lui va a cercarla. Di fronte ad un’umanità che cammina a tastoni, Dio si fa incontro, nel posto giusto, al momento giusto.
Leggiamo il bellissimo brano della Samaritana: Gesù si reca al pozzo di Sicar, proprio per dissetare una donna che cercava amore, ma nel posto sbagliato.
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
Una donna dalla condotta non proprio irreprensibile incontra Gesù, a mezzogiorno, un’ora calda ed assolata, nell’arida regione di Samaria, e lì Gesù offre alla donna, con delicatezza, ma facendole notare il disordine della sua vita, che solo in Dio si trova la vera Acqua che colma la nostra sete, la nostra irrequietudine.
Ascoltando il canto, Gesù e la Samaritana, leggiamo il bellissimo brano di Isaia, meditandolo, e poi chiudiamo gli occhi, lasciando parlare lo Spirito in noi, e poi condividiamo una frase che ci ha colpito, del brano biblico, o del canto.
1 «O voi tutti che siete assetati, venite alle acque;
voi che non avete denaro
venite, comprate e mangiate!
Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte!
6 Cercate il SIGNORE, mentre lo si può trovare;
invocatelo, mentre è vicino.
7 Lasci l’empio la sua via
e l’uomo iniquo i suoi pensieri;
si converta egli al SIGNORE che avrà pietà di lui,
al nostro Dio che non si stanca di perdonare.
8 «Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
né le vostre vie sono le mie vie»,
dice il SIGNORE.
9 «Come i cieli sono alti al di sopra della terra,
così sono le mie vie più alte delle vostre vie,
e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri.
Il santo del giorno:
In ogni incontro conosceremo un Santo, che ha testimoniato con la sua vita, il suo amore per Dio, e per l’umanità. Oggi cominciamo con Sant’Agostino, vescovo di Ippona, e figlio di Santa Monica. Agostino aveva abbracciato una religione molto diffusa all’epoca, il Manicheismo, con grande dolore della madre, fervente cristiana, che non smise mai di pregare per lui. L’incontro di Agostino con Sant’Ambrogio, grande vescovo e predicatore, lo fecero avvicinare a Cristo, che lo conquistò completamente. Agostino donò la sua vita al Signore, e divenne vescovo: sono famose, per conoscerlo meglio, le sue Confessioni, dove parla della sua vita e della sua conversione. Anche Agostino aveva cercato di spegnere la sua sete, con le creature, ma aveva trovato in Gesù l’unica fonte di Acqua Viva.
Concludiamo l’incontro con una sua preghiera, tratta proprio dalle Confessioni:
Ho sentito la tua voce…
che mi gridava di tornare;
a sento l’ho udita
a causa del chiasso degli uomini insoddisfatti;
ma ecco che ora torno
assetato e desideroso della tua fonte.
Nessuno mi impedisca di avvicinarmi ad essa: ne berrò e vivrò!
Arte e fede.
Ci lasciamo con un disegno raffigurante la samaritana al pozzo, dalla basilica di S. Angelo in Formis.