Non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona

Il Vangelo di oggi è tratto dal capitolo di Luca, e nel dialogo con Gesù propone l’atteggiamento di uomini di tutti i tempi, che si difendono dalla chiamata a lasciarsi coinvolgere in una relazione d’amore con Dio, giustificandosi con la necessità di avere dei segni. Le generazioni che chiedono i segni, sono generazioni di tutti i tempi: è l’atteggiamento dell’uomo che vuole tenere sotto controllo le cose, avere una razionalità che domina quanto avviene attorno e dentro di sé, senza accorgersi che in realtà più importanti, quelle che rispondono ai desideri più profondi dentro di noi, oltrepassano la nostra capacità di gestire e dominare. Chiedere un segno a Dio, è come manipolare la nostra relazione con lui, mettere alla prova un Signore che in realtà è libero e desideroso di coinvolgerci nella sua libertà. Gesù porta a modello della sua presenza fra di noi i segni che già nell’antico Testamento sono stati seminati nella storia di salvezza, ed è l’invito allora a non pretendere altro, piuttosto a vigilare ed essere attenti, ad accorgerci di quanto già è seminato, anche dentro la nostra vita; in particolare il segno di Giona, il profeta che per tre giorni e per tre notti rimase nel ventre della balena, che Matteo propone come icona della morte e sepoltura di Gesù prima della resurrezione, e che Luca invece suggerisce, come testimone della sua predicazione, fra i pagani di Ninive, e i peccatori che ascoltando il profeta appunto, come racconta il libro di Giona nell’Antico Testamento, si convertono, lasciano la loro vita di perdizione e diventano fedeli al Dio annunciato loro dal profeta. La predicazione dunque è segno efficace dell’azione di Dio fra noi e questo comporta, di fatto, la scelta di aderire alle parole che ascoltiamo. Anche noi siamo quotidianamente destinatari della predicazione del Vangelo, dell’annuncio dell’amore che ci salva: questo amore, questa Parola di Dio annunciata dalla Chiesa senza stancarsi, diventa efficace nella misura in cui vi è un cuore che accoglie, con docilità e disponibilità, la proclamazione di Giona della salvezza. Ecco allora che siamo chiamati a diventare noi segno per gli altri, per l’umanità tutta, lasciandoci docilmente conformare alla vita divina dalla sua Parola, ascoltata e meditata quotidianamente nella preghiera: così anche noi contribuiamo a fare della Chiesa, un segno credibile, che il Regno è possibile, perché la Parola plasma in noi l’Amore che ci annuncia.

Padre Luca Garbinetto, Pia Società San Gaetano

Pubblicato da Anna

Da sempre impegnata nella pastorale, catechista, mamma e studiosa di teologia spirituale e di cultura cattolica, la Vergine Maria mi ha insegnato ad amare il silenzio, la preghiera, ed a conoscere meglio suo Figlio Gesù. Consacrandomi a Lei, mi sono incamminata sulla strada che porta al suo Cuore Immacolato: nella fede cattolica, la ferma certezza che le porte degli Inferi non prevarranno contro la Santa Chiesa.