CAPIRE LE INDULGENZE

La meravigliosa Festa del Perdono di Assisi, ,può dare l’occasione per parlare, anche a livello di catechismo parrocchiale, della realtà delle indulgenze. C’è  un’aria di “imbarazzo”, che hanno molti cattolici nel parlare delle indulgenze legate alla vicenda di Lutero, (imbarazzo che non ha motivo di esistere)  che ci fa dimenticare la bellezza della nostra fede, e visto che   la maggior parte ignora di cosa si tratti, proviamo a parlare delle indulgenze, in maniera semplice e profonda, tale da poter essere comprensibile a tutti!

Cominciamo innanzitutto dall’insegnamento della Chiesa Cattolica:

1471 La dottrina e la pratica delle indulgenze nella Chiesa sono strettamente legate agli effetti del sacramento della Penitenza.

Che cos’è l’indulgenza?
« L’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi .
Come possiamo leggere, vediamo una netta distinzione, già in questo  breve ed articolo: la colpa e la pena. Ora farò un esempio comprensibilissimo, che ho fatto anche ai miei figli, legato ovviamente alla vita quotidiana: immaginiamo che vostro figlio,  rompa un bicchiere. C’è una “colpa”, averlo rotto, ed ovviamente l’intenzionalità o meno, attenua ovviamente la colpa. Ora il ragazzo, va dalla mamma, la quale lo perdona….(Mi spiace mamma, …Ok non fa niente, succede…),  ma i danni rimangono, i resti sono a terra. Il ragazzo dovrà pagare la pena, relativa a quella colpa, ovvero, prende la scopa e raccoglie tutti i vetri frantumati a terra, anche perchè le conseguenze potrebbero allargarsi….si cammina scalzi, ci si ferisce, i motivi di prudenza per affrettarsi a riparare al danno sono molti. E se a rompersi fosse stata una bottiglia di olio? Lì la “pena” aumenta… bisogna asciugare l’olio, e lavare bene, altrimenti si può cadere e scivolare….In maniera molto semplice, ma sicuramente applicabili a numerosi casi, infiniti  tanto quanto la fragilità umana, a cui la Misericordia di Dio viene in soccorso, si possono spiegare le indulgenze, sempre tenendo in mente colpa e pena. Ora pensiamo al peccato, ad una ferita che viene inferta nell’anima, perché ogni forma di peccato è un allontanamento dalla legge dell’Amore, e quando ci si allontana dall’Amore subentra il male, il quale lascia sempre il segno. Quando confessiamo il nostro peccato, lo stiamo donando a Dio, lasciamo questo macigno nelle sue mani, e Dio, attraverso il suo ministro dona il perdono, per la colpa. Il peccato lascia sempre delle ferite, facendo il paragone con un intervento chirurgico…dei postumi, delle “pene” (i vetri rotti del bicchieri sono da raccogliere”), una sorta di  convalescenza. Il peccato va in qualche modo riparato, comporta una pena: immaginiamo di aver calunniato una persona, o aver comunque rovinato la sua reputazione dicendo anche cose vere, ma che ledono la sua dignità. Possiamo confessarci ed il Signore rimette la colpa, ma bisogna riparare in qualche modo al male fatto: bisogna raccogliere i frantumi, che abbiamo creato rompendo la legge dell’amore. La reputazione della persona è stata lesa, e noi dobbiamo pagare la pena, porre riparo, soddisfare un torto che è stato commesso. E’ dai meriti infiniti di Gesù Cristo, di Maria Santissima, e dei Santi che fluisce l’indulgenza. Il peccatore ha meritato una pena, che comincia sicuramente a scontare già su questa vita, ma la maggior parte delle volte la purificazione continua nell’aldilà, nel Purgatorio, e qui la Chiesa, con i meriti, (quando leggiamo meriti traduciamo mentalmente con “fonte d’amore”) guarisce le conseguenze del peccato, le pene legate al peccato. Con l’indulgenza, non si sconta soltanto la pena del peccato, ma ci si educa a compiere opere di pietà di preghiera per gli altri, di carità.
Io sono solita dire che il peccato di per sé contiene la pena, ha in sé delle conseguenze che sono molto difficili a volte, da debellare, vista la natura umana: possono essere delle abitudini cattive, che si ripetono, e lasciano comunque una propensione nella persona a ricaderci, con delle spinte interiori contro cui spesso non si riesce a vincere, lascia degli strascichi, apatia, distacco dalla preghiera, le ferite che abbiamo inferto alle altre persone con i nostri comportamenti sbagliati, le infelicità che abbiamo causato, orgolio, egoismo, superbia nel non riconoscerci bisognosi di redenzione….Gli strascichi sono molti…sono i famosi cocci del bicchiere caduto! Le ferite dell’anima sono particolari, e possono rendere la “convalescenza”  da quella che è l’asportazione della colpa ( col Sacramento della Riconciliazione) particolarmente lunga: ecco perché la misericordia di Dio si stende sulle conseguenze del peccato, sulla pena che esso comporta per sua natura, ed ancora una volta guarisce l’uomo, sia in questa vita che quell’altra. Pensiamo ad un pentimento all’ultimo minuto della propria vita di un uomo che ha fatto tanto male nella sua esistenza: la colpa viene rimessa, chiedendo perdono, ma la pena del male fatto, è tutta da scontare: non sappiamo i tempi (che di là hanno un altro valore), nè i modi, ma il tesoro delle indulgenze a cui attinge la Chiesa, questa fonte di Amore che sgorga dal Costato di Cristo, è lì, come sempre, pronta a riversarsi sulle nostre fragilità e sulle conseguenze dei nostri sbagli. Applicare questa medicina ad un’anima del Purgatorio, che è comunque Santa, perché appartiene a Dio, non ne è eternamente separata, è un’azione di amore meravigliosa: ricordiamo che dobbiamo escludere dalla nostra vita qualsiasi affetto al peccato, dunque la stessa indulgenza farà non solo bene, Sommo Bene all’anima del Purgatorio, ma anche a noi perché ci immette in una strada di revisione di vita, e di santità. Amen.

Pubblicato da Anna

Da sempre impegnata nella pastorale, catechista, mamma e studiosa di teologia spirituale e di cultura cattolica, la Vergine Maria mi ha insegnato ad amare il silenzio, la preghiera, ed a conoscere meglio suo Figlio Gesù. Consacrandomi a Lei, mi sono incamminata sulla strada che porta al suo Cuore Immacolato: nella fede cattolica, la ferma certezza che le porte degli Inferi non prevarranno contro la Santa Chiesa.