Nella nostra vita non deve dominare la stanchezza, ma la volontà. Guardiamo Gesù al pozzo di Giacobbe: viene la Samaritana e lui è stanco, però c’è un’opera buona da compiere e allora non si discute più: la volontà, guidata e sorretta dalla volontà di Dio, domina. Quante volte può capitare anche a noi di essere stanchi morti… Viene uno a chiedere un piacere, verrebbe voglia di scattare: “Ma va’ a farti benedire! Adesso non ne ho voglia, adesso sono stufo”. Bisogna, invece, saper dominare la natura, avere in mano il volante della nostra macchina.
Gesù è stanco. Ha fame. Ha sete. Non ne può più. Ma ecco che arriva una donna che ha bisogno di essere salvata. Allora Gesù dimentica la sua stanchezza e immediatamente si mette a parlare con lei.<
Chissà quante persone, forse, non entreranno in Paradiso perché non abbiamo saputo captare questo momento! Il Signore, mi aveva mandato vicino qualcuno perché gli dicessi una buona parola, perché lo facessi camminare di più e, forse, per la mia stanchezza, non ho saputo capire che era il momento di Dio.
Gesù vede la Samaritana, è stanco, ma la volontà subito comanda: “Bisogna compiere un’opera apostolica”, e comincia il dialogo. E più tardi, quando gli Apostoli gli porteranno da mangiare, non accetterà il loro cibo e dirà: “Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete…. Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato” (cfr Gv 4,32-34).
Il nostro cibo è fare quello che vuole lui, istante per istante, gettare continuamente le reti dove vuole lui.
(M221, 7-8 del 30 gennaio 1968