Trasformati da Maria: il senso del peccato (2)

Questo è uno dei primi cambiamenti che attua Maria nel cuore di chi vi si affida, in coloro che chiedono a Lei di lavorare ed operare quelle trasformazioni che ci avvicinano a Dio, ed è sicuramente una delle più dolorose. Si esce in pratica, piano piano, con dolcezza ma fermezza, da quella sorta di limbo in cui viviamo, che ci porta a vivere dentro un guscio anestetizzato che è diventato la nostra coscienza. Avvezzi al peccato, al male, visto come quasi indispensabile, inevitabile o qualche altro diabolico aggettivo, consacrandoci a Maria, veniamo immessi in un’altra mentalità, e ci accorgiamo, come è successo a me, che esiste un intero mondo sommerso nel peccato, che ci circonda, ed in quale viviamo anche noi. E’ un cambiamento di coscienza doloroso ma indispensabile, ed è altrettanto importante farlo con Maria, in vista di un grande pericolo, che cercherò di spiegare in parole semplici. Se si nega il peccato, il male, pensando che sia tutto relativo, che il peccato non esiste perché alla fine ognuno è legge a sé stesso, si entra in quell’atteggiamento che, in nome di un pensiero positivo (che non deve essere cieco) nega la realtà del male, e negandola finisce con il non agire per estirparlo, e correggerlo, vissuto che ben conosco visto che era il mio! L’atteggiamento opposto invece è altrettanto pericoloso e dannoso: si tratta di vedere il mondo immerso e schiacciato dal peccato, vivendo all’insegna di un pessimismo che di cristiano ha poco o nulla, quasi a voler negare che Cristo ha vinto il mondo! Tutto è male, siamo tristi, depressi, vagheggiamo un mondo migliore, ignorando ciò che di buono la nostra esistenza ha da offrire. Di questo secondo aspetto, parlerò magari in un altro post, oggi voglio parlare del “limbo del non peccato”. Maria ci fa aprire gli occhi, proprio lei che mai, MAI ha negato il Male e il suo effetto, ma fiduciosa in Dio ha continuato a vivere sotto le “sue ali”. Molti sono sotto l’influenza di quella mentalità così diffusa che ci insegna che non esiste il bene o il male, ma ogni atto viene vissuto in tal modo a seconda della mentalità della persona, del suo trascorso, della sua cultura. Con l’ aiuto di Maria ci accorgiamo della sofferenza, della solitudine, dell’individualismo, dei dolori che ci sono in molte famiglie, in molte persone che non hanno più speranze. Pensiamo che vada sempre tutto bene a tutti, e se ci capita di sentire qualche storia dolorosa, cerchiamo di minimizzare con una faciloneria poco compassionevole, che fa più bene a noi che a coloro che si sfogano?. Ricordo ancora il volto afflitto di una donna che mi confidò che era dovuta tornare dalla mamma, insieme al figlio, perché la sua migliore amica le aveva preso marito e casa…! Ricordo ancora, ma con vergogna e con gli occhi di Maria, la mia pacca bonaria sulla spalla, il mio incoraggiamento finto e in fin dei conti indifferente, perché comunque dovevo dire qualcosa di buono, di positivo, di bello…Dove ho sbagliato? Solo ora lo capisco: avrei dovuto abbracciarla (beh, allora si poteva), dirle…”Il tuo dolore, la tua delusione, devono essere grandi. Pregherò per te, per la conversione di tuo marito, e ti incoraggio ad andare avanti.”‘ Sapete cosa pensavo in realtà??? “Beh, se tuo marito si è innamorato di un’altra, tu non puoi farci niente. Lui ha diritto ad essere felice!”. Da tempo ormai metto nelle mie decine la preghiera per gli adulteri, affinché tornino alle loro famiglie, e smettano di vivere in una squallida lussuria che causa tanto dolore e sofferenza nel coniuge, nei figli, nelle famiglie di origine. Questo ovviamente non è un mio merito, ma una piccola grande conquista a cui mi ha portato Maria, ovvero trasformare il dolore in preghiera, anche perché prima della consacrazione, quasi senza rendermene conto, pensavo, pur senza rendermene conto, che ognuno di noi avesse il diritto a peccare, per essere felice, senza capire che quella è un’illusione, una parvenza di felicità, che invece, come un sasso gettato in uno stagno, colpisce tutti coloro che stanno intorno recando loro ferite che forse non guariranno mai, o che comunque lasciano un segno profondo. Consacrarsi a Maria vuol dire imparare a piangere con Lei, con le sue Lacrime, sulle brutture del mondo: quello che non appare nelle cronache di tutti i giorni, quello fatto di depressione, di persone sole, di coniugi che hanno l’amante virtuale, di famiglie separate dal peccato, di persone che non hanno nessuno con cui parlare pur avendo tanti amici, di persone vittime di dipendenze fisiche, che non riescono a vivere con equilibrio perché schiavi di droghe che uccidono la libertà. E’ doloroso, ripeto, ma è un passaggio fondamentale: la voce di Maria, pur dolce, è una sorta di risveglio, un suono che si mette alle nostre orecchie e ci fa svegliare da un torpore tutto diabolico. Non posso non considerare il fatto che proprio dopo la mia consacrazione, ho cominciato ad ascoltare gli altri in maniera più empatica, e come una sorta di “effetto collaterale” le persone si aprivano, chiedendomi preghiera e raccontandomi tanti e tanti dolori, causati dal male, che ignoravo completamente. Avevo messo uno scudo tra me e loro, trincerandomi dietro un falso ottimismo. Quando ho accettato che dietro molte realtà si nascondeva il male, ho iniziato a pregare per la trasformazione di quel male, e lì entra in gioco Dio con i suoi disegni, che dipana le matasse riuscite a creare dall’Uomo. L’uomo moderno nega la presenza della nebbia, chiama la stessa nebbia Sole, dimenticando che invece ci sono raggi meravigliosi pronti a scaldarci, dando per scontato che ormai si vive così, che “il mondo è fatto così”, dimenticando che si può vivere in una maniera completamente diversa. Attenzione: non si diventa pessimisti, al contrario. Si impara a scoprire determinate ferite, per poi guarirle! Nel Rosario, dunque nella vita di Gesù e Maria, ci sono le gioie, la luce, i dolori, la speranza, la risurrezione: in pratica c’è la nostra vita. Maria ci aiuta ad aprire gli occhi, a riconoscere, capire, accettare le sofferenze e le brutture che il peccato porta, e a trasformarlo in preghiera, affinché veramente l’Umanità torni a Dio, Sommo e Vero Bene. Solo smettendo di ignorare la presenza del male, potremo riuscire a riconoscerlo e a sconfiggerlo.

Ascolta “Il senso del peccato” su Spreaker.

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Pubblicato da Anna

Da sempre impegnata nella pastorale, catechista, mamma e studiosa di teologia spirituale e di cultura cattolica, la Vergine Maria mi ha insegnato ad amare il silenzio, la preghiera, ed a conoscere meglio suo Figlio Gesù. Consacrandomi a Lei, mi sono incamminata sulla strada che porta al suo Cuore Immacolato: nella fede cattolica, la ferma certezza che le porte degli Inferi non prevarranno contro la Santa Chiesa.