GLI ODIATI SAMARITANI

Giudea, Galilea ….e Samaria: una regione al centro della Palestina, che non era però considerata facente parte del popolo di Dio: gli odiati samaritani. Si tratta di un antagonismo che ha radici lontane, che cercheremo di approfondire. Nel 935, alla morte di Re Salomone (molto sapiente, ma che aveva sposato troppe donne straniere, devastando così con abitudini pagane la pure religione), l’impero si era diviso in due: Samaria, o Regno di Israele, o Regno del Nord, e Giudea, o regno di Giuda, a Sud. Sichem, e Gerusalemme, due città  molto diverse, in continua lotta tra loro. Come si era giunti a questa separazione? Dopo la morte di Salomone, sulle tribù di Giuda e Beniamino regnò il suo diretto discendente, Roboamo: il regno di Giuda rimase sempre fedele alla stirpe di Davide, mentre nel regno di Israele vi fu una serie di colpi di stato che resero instabile la monarchia. Era dunque uno scontro politico ed ovviamente religioso: Geroboamo, (che non era figlio di Salomone, ma suo servo), eresse degli idoli, (vitelli d’oro!) consacrando inoltre dei sacerdoti, non di origine levita (disobbedendo gravemente dunque ad ordini precisi di Dio), per creare un luogo di culto nel suo regno, e rendere indipendente la popolazione dal culto a Gersualemme, cosa che avrebbe rafforzato dunque una identità non solo politica ma religiosa. Un vero e proprio scisma che ebbe delle gravi conseguenze in futuro. La Bibbia dice, in 1 Re 25,12, che Geroboamo aveva edificato delle alture a Sichem, proprio per evitare che il popolo avesse nostalgia di Gerusalemme. Una regione simbolo dunque del paganesimo, dell’impurità, del tradimento e dell’abominio, contrapposta a Gerusalemme, fedele al vero Dio. Vediamo in breve la storia della loro città principale: Samaria (nome della regione e della capitale), fu costruita da Re Omri verso l’880 a.C. Il re Acab aveva introdotto nella regione il culto di Baal ed Astarte, divinità straniere, dunque pagane; il regno divenne vassallo dell’Assiria, e sebbene avesse tentato più volte di riconquistare l’indipendenza perduta, la città fu infine espugnata e distrutta da Re Sargon, (722-721 a. C.). Gli abitanti furono deportati in Assiria, e vi si installarono altre stirpi, che si mescolarono con i pochi abitanti rimasti, dando luogo ad un etnia religiosamente ibrida, i samaritani, che ben si sposava con il concetto di impurità che avevano i giudei. Questa popolazione eterogenea di origine perlopiù pagana, accettava come libro sacro il solo Pentateuco: non potendo recarsi a pregare a Gerusalemme, avevano iniziato a celebrre il  culto sulle alture del loro paese. Al ritorno dall’esilio si rifiutarono di riconoscere la supremazia religiosa dei Giudei, e non collaborarono alla ricostruzione del tempio. I Samaritani furono trattati dunque da scomunicati ed eretici, ed i rapporti tra i due gruppi giunsero ad una rottura. Al tempo diAlessandro Magno, vero il 332, Manasse, fratello del grande sacerdote e genero del governatore di Samaria, ottenne il permesso di costruire sul monte Garizim un tempio rivale a quello di Gerusalemme, con un sacerdote e dei leviti a cui permise di sposare donne pagane; la rivalità era dunque antica, ed esacerbata da continue scelte di separazione verso la religione giudaica. La loro capitale fu ricostruita dopo il disastro del 722, ma vi fu un ulteriore distruzione ad opera di Giovanni Ircano, nel 128, ed uno dei più grandi rancori che i devoti ebrei avevano nei confronti di Re Erode era che il monarca aveva ricostruito la città empia e pagana, in maniera sontuosa, chiamandola Sebaste, cioè Augusta, in onore dell’imperatore che “proteggeva” lo stesso Erode. I samaritani avevano riedificato un santuario dove un clero idolatra osava pregare il loro Dio. Gesù, da buon rivoluzionario qual era, aveva “osato” porre come esempio di bontà, carità, amore incondizionato, un appartenente ad un popolo eretico, scismatico ed idolatra, nella parabola del Buon Samaritano. Inaccettabile, per coloro che lo ascoltavano e si ritenevano “puri custodi della tradizione”.

Fonti principali: La vie quotidienne en Palestine, au temps de Jesus, Daniel- Roops, Hachette

Pubblicato da Anna

Da sempre impegnata nella pastorale, catechista, mamma e studiosa di teologia spirituale e di cultura cattolica, la Vergine Maria mi ha insegnato ad amare il silenzio, la preghiera, ed a conoscere meglio suo Figlio Gesù. Consacrandomi a Lei, mi sono incamminata sulla strada che porta al suo Cuore Immacolato: nella fede cattolica, la ferma certezza che le porte degli Inferi non prevarranno contro la Santa Chiesa.