I GENITORI DELLA VERGINE, E LA LORO ATTESA

Nella Vita di Maria, della Beata Anna Caterina Emmerich, apprendiamo come Anna e Gioacchino siano sterili e pregano perché abbiano un figlio.

Passarono così molti anni invocando la benedizione del Signore sulla loro unione; Gioacchino si approssimava ad offrire un ennesimo sacrificio al tempio. Alcuni giorni prima di quest’offerta, la coppia si era ritirata in orazione rivestita di dolorosi cilici. L’ultima notte in particolare rimasero prostrati al suolo. All’alba, Gioacchino si incamminò con i suoi servi verso il tempio: portavano colombi, uccelli di varie specie, agnelli ed altre cose da sacrificare e offrire a Dio. Li vidi su un prato verde grandissimo che si trova a mezza strada tra Betania e Gerusalemme, sul quale vidi in altre occasioni anche Gesù. Prima di entrare nel tempio lasciarono i loro asini nelle stalle adiacenti, vicino al mercato del bestiame. Il gruppo salì le scale e varcò la soglia del sacro luogo. Mentre i servi consegnavano le vittime, Gioacchino attraversò le diverse sale del tempio…. In questo luogo
vidi come Gioacchino fu messo alla prova dal sacerdote Ruben, il quale disprezzò i doni sacrificali del pio uomo gettandoli in un canto e non mettendoli con gli altri in mostra sotto le inferriate sul lato destro della sala. Inoltre Ruben rimproverò Gioacchino dinanzi a tutti gli astanti a causa della sua infecondità. Il pover’uomo si mise per la vergogna in un angolo in cui vi era uno steccato chiuso da sbarre. Poi se ne andò addolorato riprendendo la via del ritorno. Passando per Betania, nella zona di Machàrus, si recò ad una riunione di Esseni per rinvigorirsi alle loro parole e ricevere consigli e consolazione. Poi Gioacchino, passando il Giordano, si ritirò tristemente sul
monte Hermon, che da un lato è illuminato dal sole, verdeggiante e coperto di alberi rigogliosi di frutta, mentre dall’altro lato è ricoperto di neve. Sull’Hermon Gioacchino aveva un gregge di pecore. era il più lontano dalla sua abitazione.

Gioacchino non fece sapere ad Anna che si era ritirato sull’Hermon. Dopo l’offesa al tempio, egli si sentiva frustrato ed afflitto al punto che non poteva parlare con nessuno e non voleva mostrarsi nemmeno a sua moglie. Anna seppe da altre persone della vicenda del tempio e si senti profondamente rattristata. Vidi la pia donna piangere col
volto chinato al suolo e fortemente preoccupata perché non sapeva dove era finito. [….]Seguendo la voce Celeste, andò in giardino e, avvolgendosi interamente in un ruvido panno che le copriva pure la testa, si pose sotto il grande e strano albero che formava una specie di pergolato. […] Anna, seduta sotto l’albero, s’immerse in una
preghiera profonda e pregò Dio, che se anche l’avesse condannata alla sterilità, almeno le facesse ritrovare Gioacchino. Mentre pregava in questo modo, scese dalla sommità dell’albero un Angelo di Dio che le apparve improvvisamente e le annunciò che l’Onnipotente avrebbe esaudito tutte le sue suppliche e le avrebbe dato tutto quanto abbisognava. Infine la esortò a recarsi al tempio con due ancelle e a portarvi un sacrificio di due colombe. Le annunciò che avrebbe incontrato Gioacchino sotto la “porta d’oro”, poiché anch’egli era stato avvertito che era entrato nella grazia del Signore. Poi le disse che presto avrebbe saputo il nome della figlia che era prossima
per volontà celeste. Subito dopo l’Angelo scomparve. Anna si senti riempita di grazia, e colma di gioia, ringraziò Dio onnipotente e misericordioso. La pia donna rientrò subito nelle sue stanze in uno stato di felicità estatica. Dormì  alcune ore, improvvisamente un Angelo luminoso scese su di lei, mentre tutta la stanza fu avvolta da una luce potente. Vidi che l’Angelo stese su di lei la mano e scrisse sulle grandi pareti luminose il nome “Maria”. Poi la santa presenza scomparve nella luce. Anna era rimasta come rapita in un sogno estatico. Ripresa conoscenza si sedette sul letto e pregò fervidamente; poi ricadde in un sonno profondo. A mezzanotte, come per una chiamata interiore, Anna si svegliò e vide con immensa gioia del cuore, lo scritto alla parete. Erano come grandi lettere
rosse, dorate e luminose; Anna le contemplò fino all’alba, quando disparvero con il fascio luminoso. La santa Donna era divenuta bellissima e sembrava ringiovanita, la visita dell’Angelo e il nome di sua figlia l’avevano rigenerata nelle più intime profondità del cuore. Vidi che Anna era divenuta un vaso per contenere la volontà di
Dio, la donna scelta per essere la madre della Santa Madre era stata trasformata in un tabernacolo vivente e miracoloso per accogliere e custodire degnamente una tale  santità. Credo che Anna avesse a quel tempo quarantatre anni. La futura madre di Maria, riempita di spirito e di santità, si alzò, accese la lampada, pregò e preparo il suo viaggio verso Gerusalemme con i doni sacrificali. Quella mattina tutta la casa sembrava più luminosa e la servitù si dimostrava inebriata da una gioia meravigliosa, sebbene nessuno avesse appreso la notizia o avesse visto apparire l’Angelo.

Tratto da La Vita della Madonna, di Anna Caterina Emmerick.

Pubblicato da Anna

Da sempre impegnata nella pastorale, catechista, mamma e studiosa di teologia spirituale e di cultura cattolica, la Vergine Maria mi ha insegnato ad amare il silenzio, la preghiera, ed a conoscere meglio suo Figlio Gesù. Consacrandomi a Lei, mi sono incamminata sulla strada che porta al suo Cuore Immacolato: nella fede cattolica, la ferma certezza che le porte degli Inferi non prevarranno contro la Santa Chiesa.