ORA ET LABORA

SAN BENEDETTO

E’ definito il patriarca del cenobitismo occidentale: nasce  verso il 480 a Norcia, da una nobile famiglia romana, si dedica inizialmente allo studio delle artes liberales, (insegnamenti letterali e scientifici), ma si ritira ben presto sui monti Sabini,  precisamente ad Affile, vivendo come anacoreta per tre anni, in una caverna presso Subiaco. Abbandona questa vita per presiedere una comunità di monaci a Vicovaro, ma l’esperienza è breve, in quanto i suoi canoni erano troppo rigidi per un gruppo di monaci fondamentalmente indiscplinati, che cercarono addirittura di avvelenarlo. In seguito fonda nella valle dell’Aniene ben 12 monasteri, dove insegna ai monaci a pregare, scrivere e vivere in comunità. Scacciato per vari intrighi, si rifugia in Campania e fonda il famoso monastero di Montecassino, sul luogo di un antico tempio di Giove, che diviene  il Centro dell’Ordine Benedettino. Qui nasce pian piano il forno, il mulino, l’orto, il cimitero, in parole povere, una vera e propria comunità. Avendo come base la tradizione monastica di Pacomio e di altri santi monaci, Benedetto prepara la Regula, o Santa Regula, dove ascesi e sapienza, studio e lavoro erano mirabilmente fusi in un equilibrio che riscuote subito grande ammirazione. La regola viene fortemente raccomandata dai papi, ed offre, oltre alle regole ascetiche, uno sprone allo studio ed allo sviluppo della cultura, nonché un moderato uso delle penitenze.  Pensate che fino al 12esimo secolo questa fu l’unica regola di base del monachesimo in Occidente , facendo da spunto per le altre che sorsero in seguito. E’ famoso in tutto il mondo il principio dell’Ora et Labora, studio e lavoro manuale: al monaco era richiesta la permanenza stabile nel convento, l’etica, e l’obbedienza all’abate. Dobbiamo considerare l’importanza della regola della stabilità: non vi erano più monaci che vagavano di villaggio in villaggio, persone senza fissa dimora, senza regola, in preda a volte ad esagerazioni che si allontanavano dalla vera fede, senza cultura, oscillando appunto tra la preghiera e la vita mondana. Lo sprone allo studio ed al lavoro fu fondamentale: i monaci dissodarono terre un tempo incolte, copiarono antiche opere, classiche e risalenti ai Padri della Chiesa, e lo stesso Ordine Benedettino divenne depositario di una sapienza e di una cultura che educarono l’Occidente, donando loro quei valori che la civiltà cristiana apportava, in un mondo schiaccciato dalla barbarie. Essere monaco dunque non significa abbandonare il mondo, ma lavorare per esso: il monastero non è una nicchia di privilegiati, ma un centro di accoglienza, di ospitalità, dove tutti possono trovare rifugio. Benedetto morirà nel 547, e due secoli dopo, in Europa avremo più di mille monasteri benedettini.  Anche questa è CHIESA!

Pubblicato da Anna

Da sempre impegnata nella pastorale, catechista, mamma e studiosa di teologia spirituale e di cultura cattolica, la Vergine Maria mi ha insegnato ad amare il silenzio, la preghiera, ed a conoscere meglio suo Figlio Gesù. Consacrandomi a Lei, mi sono incamminata sulla strada che porta al suo Cuore Immacolato: nella fede cattolica, la ferma certezza che le porte degli Inferi non prevarranno contro la Santa Chiesa.