da Gesù è innamorato di te, del 16 maggio.
Bisogna avere il coraggio di domandare quello che il cristianesimo richiede: prima avere il coraggio di domandarlo a noi stessi, cioè la coerenza, e poi avere il coraggio di domandarlo agli altri. Guardate che questo è necessario.
Noi siamo preoccupati di grandi cose e, forse, non siamo preoccupati di essere cristiani coerenti. Crediamo che sia una cosa sublime dire la verità, non mormorare, non criticare, volersi bene… Invece è cristianesimo!<
Capisci? È cristianesimo, caro, cristianesimo! L’ha detto lui, l’ha detto Gesù che bisogna fare così. E noi lo faremo quando questo sarà entrato nel nostro sangue.
E quando noi facciamo tutto questo, dovremmo dirci: “Ti credi santo per aver fatto questo? Hai fatto né più né meno che il tuo dovere.” – “Sa, mi hanno ucciso mia madre.” – “E tu hai perdonato?” – “Sì, sono stato eroico.” – “No, hai fatto il tuo dovere di cristiano!”. Questo è cristianesimo!
Il cristianesimo domanda atti eroici di questo genere, figlioli. Io credo che salveremo il mondo solo se avremo il coraggio di domandare agli uomini questo cristianesimo e di domandarlo così. “Ma, allora, non verrà più nessuno in chiesa!”, si potrebbe obiettare. “No, in chiesa inizialmente ne verranno pochi, ma fra qualche anno la chiesa sarà piena, ma piena di gente che crede”.
(M239, 5-6 del 7 maggio 1968)