COLEI CHE SI FINGEVA FIASCA

Seguendo il filone letterario della vita di monaci e monache, sia eremiti che viventi in comunità, parlando del monachesimo femminile,  e delle ammàs, abbiamo parlato la scorsa volta della Storia Lausiaca di Palladio, monaco e vescovo:l ecco un racconto, ambientato nel Monastero di Tabennisi. 

Colei che si fingeva fiasca
34, 1. In questo monastero c’era un’altra vergine, che recitava la parte di pazza e indemoniata: le altre furono prese da tanta ripugnanza per lei da non mangiare neppure assieme; e questa era la sorte che essa si era scelta. Andava dunque in giro per la cucina facendo ogni sorta di servizio ed era, come si dice, la spugna del monastero; di fatto ella realizzava ciò che è scritto: «Se qualcuno ritiene di essere saggio fra noi in questo secolo, diventi stolto per diventare saggio». Si era annodato uno straccio alla testa (tutte le altre erano rapate e portavano cocolle) e in questo stato faceva i servizi. 2. Nessuna delle quattrocento la vide mai mangiare, per tutti gli anni della sua vita: non si sedette a tavola, non prese un pezzo di pane, ma togliendo con la spugna le molliche e lavando le pentole si accontentava di queste cose: non offese mai nessuno, non si lamentò, non parlò né poco né molto, anche se era percossa, offesa, maledetta ed esecrata.
3. Or dunque si presentò un angelo al santo Piterum, un anacoreta che risiedeva sul monte Porfirite ed era di provato valore, e gli disse: «Perché sei tanto orgoglioso di te stesso? Tu pensi di essere un uomo religioso, tu che risiedi in un luogo come questo: ebbene, vuoi conoscere una donna più religiosa di te? Va al convento delle donne di Tabennisi, e lì ne troverai una che reca una benda sulla testa: costei è migliore di te. 4. Pur dovendo lottare contro tanta gente, essa non ha mai allontanato il suo cuore da Dio; tu invece te ne stai tranquillo in questo luogo e nel tuo pensiero vai vagando per le città». Ed egli che non era mai uscito si recò in quel monastero, e chiese ai superiori il permesso di visitare il convento delle donne. Essi, pensando alla sua fama e alla sua vecchiezza, si fecero cuore ad introdurlo.
5. Entrò e chiese di vedere tutte le donne: ma essa non compariva. Infine dice a loro: «Conducetele qui tutte: ne manca ancora una». Gli rispondono: «Ne abbiamo una all’interno, in cucina, che è salé» (con questo nome chiamano le malate di mente). Ed egli dice: «Conducete da me anche lei: consentite che io la veda». Andarono a darle una voce: essa non volle obbedire, perché forse aveva intuito la cosa, o forse ne aveva avuto la rivelazione. La trascinano a forza e le dicono: «È il santo Piterum che vuole vederti» (infatti era famoso). 6. Venne dunque, ed egli vide la benda cenciosa sulla sua fronte, e caduto ai suoi piedi le disse: «Benedicimi». Ugualmente essa cadde ai piedi di lui dicendo: «Tu benedicimi, signore». Tutte restarono attonite e gli dissero: «Padre, non sentirti offeso: è una salé». A tutte loro Piterum rispose: «Siete voi ad essere pazze: essa, per me e per voi, è ammàs (così infatti, col nome di madre, chiamano le donne di più alta spiritualità) «e io prego di essere trovato degno di lei nel giorno del giudizio». 7. Udito ciò, caddero ai piedi del santo, confessando ciascuna una cosa diversa: una di averle versato addosso la sciacquatura dei piatti, un’altra di averla colpita con i pugni, un’altra di averle ficcato un senapismo su per il naso; e insomma tutte rivelarono forme diverse di oltraggio. Allora il santo pregò per loro e se ne andò. E quella donna, dopo pochi giorni, non riuscendo a sopportare la fama e l’onore che le tributavano le consorelle, oppressa dalle richieste di perdono, abbandonò il monastero; e dove andò o dove scomparve o come morì, nessuno l’ha saputo

da Vite dei Santi, di Christine Mohrmann,  Fondazione Lorenzo Valla

Pubblicato da Anna

Da sempre impegnata nella pastorale, catechista, mamma e studiosa di teologia spirituale e di cultura cattolica, la Vergine Maria mi ha insegnato ad amare il silenzio, la preghiera, ed a conoscere meglio suo Figlio Gesù. Consacrandomi a Lei, mi sono incamminata sulla strada che porta al suo Cuore Immacolato: nella fede cattolica, la ferma certezza che le porte degli Inferi non prevarranno contro la Santa Chiesa.