E ARRIVARONO LE MONACHE

E’ innegabile la dignità data dal Signore Gesù alle donne, le quali, in una società in cui non avevano particolari diritti né godevano di credibilità, si vedono affidato il ruolo di annunciare la notizie della sua Resurrezione.  Parlando di donne nella Chiesa primitiva, consideriamo tre ruoli fondamentali: le diaconesse, le vedove, le vergini. Il diaconato femminile è già sviluppato nella prima comunità cristiana, dove ricordiamo la diaconessa Febe. Le diaconesse hanno uno specifico ruolo di servizio, che va dall’insegnamento della dottrina alle donne catecumene, all’assistenza nel battesimo delle donne, al servizio ai poveri ed ai malati. Del tutto simile alla diaconessa è la figura della vedova, ruolo che scompare pian piano dopo la costituzione sempre più organizzata di un clero, il quale rende questo servizio una supplenza occasionale che va a colmare un vuoto ministeriale maschile , non un complemento da affiancare,  all’interno della Chiesa al presbiterato e allo stesso diaconato maschile. La figura delle vergini invece non scompare, non essendo legata ad un servizio che sarà poi  affidato ad altri, ma ad un vero e proprio stato di vita. Molte sono le donne infatti che consacrano la propria verginità al Signore, restando in casa, vivendo nella semplicità, nella preghiera continua e nello studio della Bibbia. ed è qui che si innesta il filone della donna monaca, sempre nel IV secolo. Il fenomeno del monachesimo non rimane relegato dunque agli uomini, ma ha un’ampia diffusione anche tra le donne.  Abbiamo notizia di una prima comunità monastica femminile nel 340, in Egitto, fondata da Pacomio, per sua sorella Maria la quale dirigeva la comunità come badessa. La monaca dunque, segue lo stile di vita apostolico, ma non restando nella propria casa, come accadeva nella prima comunità cristiana: abbiamo dunque la vita in comune, la povertà, il lavoro manuale e l’obbedienza all’autorità ecclesiastica. Sebbene non vi fossero dei ruoli prefissati all’interno delle comunità monastiche, effettivamente le monache si occuparono prinicpalmente di assistere i malati ed ospitare i pellegrini. La badessa è dunque il capo di un monastero femminle, guidata spesso da un abate, ma indipendente all’interno della sua comunità, come leglislatrice e guida. Nasce quindi la figura delle  cosiddette Madri del deserto, anche se alcune vivevano da eremite, praticando un duro ascetismo. Chiamate Ammas, Madri, (corrispettivo di Abbas, Pdri), erano ascete cristiane che vivevano appunto nel deserto d’Egitto, Israele e Siria, sempre nel periodo che va dal IV al V secolo. Grazie alla Storia Lausiaca di Palladio, monaco e vescovo, possiamo conoscere la vita e le vicende spirituali di molte di loro: ricordiamo, tra le tante, Sincletica, Paola, Melania,  Sicuramente una grande ricchezza della Chiesa, che si è perpetuata nei secoli, all’interno dei vari carismi che lo Spirito Santo ha sempre suscitato per la salvezza dell’uomo, che vale la pena conoscere meglio.

Pubblicato da Anna

Da sempre impegnata nella pastorale, catechista, mamma e studiosa di teologia spirituale e di cultura cattolica, la Vergine Maria mi ha insegnato ad amare il silenzio, la preghiera, ed a conoscere meglio suo Figlio Gesù. Consacrandomi a Lei, mi sono incamminata sulla strada che porta al suo Cuore Immacolato: nella fede cattolica, la ferma certezza che le porte degli Inferi non prevarranno contro la Santa Chiesa.