IN CAMMINO

 A pensarci bene, sono profondamente grata alla mia famiglia di aver permesso quel vuoto e quella fame di Cristo che avrei riempito grazie ad una comunità vivace ed acccogliente, che ha saputo farmi penetrare nel mistero del Vangelo incarnato, vissuto, rispettando le dinamiche di un’adolescente allevata  a pane e Marx, da un padre che ammira Gesù ma ha poca simpatia per i preti…. Se così non fosse stato, magari avrei fatto sicuramente parte di quella schiera di bambini che, finito il percorso dei sacramenti, si ritrovano anni dopo, ad un matrimonio o ad un funerale, totalmente ignari di ciò che accade intorno a loro. Eppure in quel vortice di attivismo evangelico, (missioni, catechismo, canto, campi scuola, formazione giovanile, ritiro, uscita, volontariato con disabili, ecc…) in cui mi ero inserita, così fondamentale per la mia crescita umana, che sapeva di giustizia ed amore, valori che certo non mi mancavano, anche se tinti di rosso, (ma che vedevo invece perfettamente incarnati nella Dottrina Sociale della Chiesa), stavo imparando a vedere Cristo negli altri ma non in me. Qui devo fare una piccola grande parentesi, dando atto di una enorme sensibilità  pastorale della Pia Società San Gaetano i cui sacerdoti riuscirono ad entrare in empatia e simpatia non solo  con mio padre, che da operaio aveva vissuto molte ingiustizie, ma anche con tutti quelli che come lui non vedevano di Buon occhio i preti. Il Signore voleva parlarmi, ma avevo tanto da fare…avrebbe gradito stare un po’ solo con me, ma poteva attendere, c’erano i poveri da aiutare…La stessa Messa era vissuta con una certa noia ed insofferenza e benedico il servizio del canto che svolgevo con assiduità, che mi ha permesso quella costanza che per mia indole, non avrei certamente avuto. La preghiera, la meditazione e l’adorazione, erano una sorta di orpelli accessori, che potevano anche aspettare. La devozione mariana, in me, era completamente assente: mia nonna aveva accompagnato le mie sere d’estate con il Rosario, ma era un fenomeno passeggero e relegato all’infanzia, e dogmi e dogmetti, come li chiamavo io, non mi appartenevano: comunità, canto, volontariato…a pensarci bene, stavo diventando cattoprotestante. Eppure quel volto così amato, che avevo sempre cercato fin da bambina, col cuore tremante di chi non sa bene  chi sia Gesù, ma si fida di lui, aveva deciso di tirarmi fuori da quella sorta di muro che mi ero creata, in cui il sorprannaturale non rientrava, grazie alle mani della premuruosissima Madre, che snobbavo e relegavo in una nicchia per statuine, ferma ed immobile, sorridente e silenziosa pronta a prendersi gli omaggi di una parte di popolo che non capivo, mentre Lei, figura sollecita e per certi versi scomoda, cammina ininterrottamente, insieme al Figlio, in un’opera di corredenzione, (perché Lei è CORREDENTRICE), per portare le anime sul giusto sentiero.

Pubblicato da Anna

Da sempre impegnata nella pastorale, catechista, mamma e studiosa di teologia spirituale e di cultura cattolica, la Vergine Maria mi ha insegnato ad amare il silenzio, la preghiera, ed a conoscere meglio suo Figlio Gesù. Consacrandomi a Lei, mi sono incamminata sulla strada che porta al suo Cuore Immacolato: nella fede cattolica, la ferma certezza che le porte degli Inferi non prevarranno contro la Santa Chiesa.