SAN POLICARPO DI SMIRNE

Policarpo, vescovo di Smirne, fu discepolo dell’apostolo Giovani e amico di Ignazio, che accolse nel suo viaggio verso Roma. Come abbiamo visto, Ignazio scrisse sette lettere ad altrettante comunità, e fu proprio a Policarpo che i Filippesi chiedono di raccogliere le lettere scritte da Ignazio. Policarpo   accompagnerà gli scritti di Ignazio, con una sua lettera, diretta appunto alla comunità di Filippi, la Lettera ai Filippesi, che contiene varie esortazioni a tenere una condotta da buoni cristiani, ed a rimanere saldi nella vera fede. La lettera di Policarpo è molto preziosa perché è  l’attestazione più antica in favore delle lettere di Ignazio. San Girolamo afferma (De vir. ill. 17), che già ai suoi tempi veniva letta nell’Asia minore durante le adunanze liturgiche. La lettera ai Filippesi è dunque il solo scritto che possediamo di Policarpo, ma abbiamo una testimonianza indiretta su di lui da Ireneo, il quale, per tentare di ricondurre alla retta dottrina l’amico Florino, (Lettera a Florino),  caduto nell’eresia della gnosi,  nomina appunto Policarpo, in una preziosa testimonianza di quanto godessero di speciale affetto e venerazione coloro che erano stati a contatto diretto con gli Apostoli. Ne leggiamo un estratto, per comprendere di quanto fosse amato e stimato il vescovo Policarpo:

…Poiché io t’ho veduto, quand’ero ancora bambino, nell’Asia inferiore, presso Policarpo; tu brillavi alla corte imperiale e cercavi di essere in buone relazioni con lui. Io mi ricordo meglio, infatti,, di quel tempo, che degli avvenimenti recenti, perché le cose che si apprendono nella prima età formano un tutt’uno con l’anima e con essa si confondo,  tanto che posso dire in quale luogo il beato Policarpo sedeva per parlare, come entrava ed usciva, quale era iltenore della sua vita, l’aspetto del suoc orpo, le relazioni che aveva col popolo, come raccontava i suoi rapporti on  Giovanni e con gli altri che avevano veduto il Signore, come riferiva le loro parole entutto quello che aveva appreso da esse intorno al Signore, ai suoi mriacoli, e al suo insegnamento.  Policarpo aveva raccolto tutto ciò da quelli che avevano veduto il Verbo di vita, e lo riferiva in conformità alle Scritture. (Eusebio, Storia ecclesiastica, V, 20 4-8)

E’ doveroso ricordare il Martyrium Polycarpi,  redatto in forma di lettera della comunità di Smirne, da un certo Marciano,  alla chiesa di Filomelio in Frigia, che ne aveva chiesto il racconto,  la narrazione sicuramente più antica di martirio che abbiamo.  Il suo contenuto è commovente, e ne riportiamo un breve estratto. Alla richiesta di rinnegare Gesù, egli risponde:

“Lo servo da ottantasei anni e non m’ha fatto nulla di male. Come potrei bestemmiare il mio Re e il mio Salvatore?”.

Pubblicato da Anna

Da sempre impegnata nella pastorale, catechista, mamma e studiosa di teologia spirituale e di cultura cattolica, la Vergine Maria mi ha insegnato ad amare il silenzio, la preghiera, ed a conoscere meglio suo Figlio Gesù. Consacrandomi a Lei, mi sono incamminata sulla strada che porta al suo Cuore Immacolato: nella fede cattolica, la ferma certezza che le porte degli Inferi non prevarranno contro la Santa Chiesa.