Santa Eustochio

Santa EUSTOCHIO, figlia di santa Paola romana

Eustochio nacque a Roma non prima del 367, terzogenita del senatore Tossozio e della matrona Paola, appartenenti ambedue all’alta aristocrazia romana. Dopo un periodo giovanile dedito alla mondanità, alla morte del padre, avvenuta nel 379, seguì la madre nell’aggregarsi al cenacolo di Marcella sull’Aventino. Quando, negli anni 382-85, san Girolamo soggiornò a Roma, ella gli fu affezionata discepola, frequentando assiduamente le conferenze sulla Sacra Scrittura che il santo dottore teneva a un gruppo di signore romane nella casa di Marcella. Per lei, alunna esemplare, egli scrisse l’Epistola XXII, che può definirsi il più diffuso trattato sulla verginità. In occasione della festa dei santi Apostoli Pietro e Paolo del 384, Eustochio gli mandò un biglietto e alcuni doni simbolici, cioè un paniere di ciliegie, alcune armille e alcune colombe. Girolamo le rispose con una lettera molto arguta.
Quando Paola decise di fissare la sua dimora in Palestina per non rimanere priva della direzione di san Girolamo, Eustochio si unì a lei. Nell’autunno del 385, madre e figlia si imbarcarono a Porto Romano e sbarcarono a Seleucia, porto di Antiochia di Siria, capitale della regione, accolte dal vescovo Paolino. Qui era Girolamo ad attendere le pellegrine. Il gruppo bordeggiò lungo la costa della Siria e, quindi, della Palestina, toccando Tolemaide, Cesarea, Diospoli, Joppe, salendo per Nicopoli a Gerusalemme e recandosi poi a Betlemme. Continuò le devote esplorazioni spingendosi nella Galilea e quindi in Egitto; in Egitto volle vedere anche la Nitria. Girolamo, profondo conoscitore della Sacra Scrittura, sapeva illustrare ogni luogo da dotto. Nel 386 la carovana ripartì per la Palestina; a Betlemme Paola costruì due monasteri, uno per le religiose presso la grotta e l’altro per i monaci, a debita distanza.
Qui Eustochio dedicò molto tempo allo studio della Sacra Scrittura, divenendo una brava ebraista come Paola; tutte e due, poi, sapevano stimolare Girolamo al lavoro biblico. Egli dedicò loro la traduzione del Libro dei Re; le diciotto prefazioni dei libri di Isaia e le quattordici prefazioni di Ezechiele sono dedicate a Eustochio. Ella era la disccpola prediletta, perché vergine.
Quando Paola nel 402-403 si ammalò di una malattia che doveva portarla alla morte, Eustochio compì verso di lei tutti i doveri dell’amor filiale. Morta la madre, Eustochio prese la cura e il governo del monastero da lei fondato, camminando sulla scia luminosa degli esempi e degli ideali della genitrice. Qui continuò a stimolare Girolamo a continuare i lavori biblici, che aveva intrapreso per le insistenze della madre. Per lei Girolamo tradusse la regola di san Pacomio, verso il 404. Morì nel 419, ma non si conosce il giorno del suo transito, per cui i martirologi lo mettono al 20 o 28 settembre, al 20 febbraio, al 2 marzo e al 2 novembre. Tre brevi lettere di Girolamo ci dicono la sua desolazione: «la morte improvvisa della santa e venerabile vergine di Cristo mi ha sconvolto ed ha cambiato il mio genere di vita».
Eustochio non ha avuto alcun culto nell’antichità: è entrata nei martirologi piuttosto recentemente, e in pochi. Il Martirologio Romano la ricorda al 28 settembre. È raffigurata assieme alla madre santa Paola come pellegrina ai Luoghi Santi.
 


Autore: 
Filippo Caraffa

Pubblicato da Anna

Da sempre impegnata nella pastorale, catechista, mamma e studiosa di teologia spirituale e di cultura cattolica, la Vergine Maria mi ha insegnato ad amare il silenzio, la preghiera, ed a conoscere meglio suo Figlio Gesù. Consacrandomi a Lei, mi sono incamminata sulla strada che porta al suo Cuore Immacolato: nella fede cattolica, la ferma certezza che le porte degli Inferi non prevarranno contro la Santa Chiesa.